lunedì 22 marzo 2010

angolo di quadro

Il seno alza la gatta
e la gatta schiaccia il seno.
Bianco è il seno
e bianchissima è la gatta.
Rosa è la punta del seno
e rosa è il naso della gatta.
Nero è il segno sul seno
che molto incuriosisce la gatta.
E’ solo un neo, un piccolo neo ramingo.
La gatta delusa corre via.
Abbandona il neo
e lascia il seno,nudo.

martedì 16 marzo 2010

un amore impossibile

C'era una volta un amore impossibile. Un amore talmente presuntuoso che credeva di essere il migliore di tutti gli amori del mondo.Fra tutti i tipi di amore, ce n'erano due che non poteva proprio sopportare e di cui si sentiva nettamente superiore.Uno era l'amore difficile : davvero troppo noioso. Con le sue lagne senza fine, le sue indecisioni e i suoi tormenti. Tutte cose di poco conto rispetto alla drammaticità della vita dell' amore impossibile. Lui sì, avrebbe avuto motivo di lamentarsi, eppure non lo faceva. Accettava la sua dannazione con dignità.L'altro era l'amore possibile, che forse era addirittura peggio di quello difficile, perchè del tutto inconsapevole della sua natura. Era un amore banale e scontato, se ne andava in giro con la data di scadenza scritta in fronte, senza neanche saperlo. Si crogiolava in una felicità provvisoria e precaria. Poveretto. Presto o tardi si sarebbe ritrovato, sperduto e disorientato, con il suo sogno infranto a guardare verso l'orizzonte.Lui invece, che era un amore impossibile, non sarebbe stato deluso da niente e nessuno, perchè non aveva aspettative che la vita potesse disattendere e tanto meno si faceva alcun tipo d'illusione. Sapeva vivere alla giornata, li avrebbe sempre tenuti alla larga i dispiaceri e le difficoltà. Un pomeriggio però, mentre si specchiava in una vetrina, passeggiando per le vie del centro, si imbattè in un amore possibile che, per niente intimidito, lo fermò e gli attaccò bottone: "Ciao, scusa se ti importuno, ma ho sentito tanto parlare di te. Sei così bello e dannato, tu. la tua storia di amore impossibile mi incuriosisce da sempre. Ti va di raccontarmela? "L'amore impossibile sbuffò, gli rispose che non aveva tempo, doveva andare ad un incontro segreto, che s'intonasse una delle sue patetiche canzoni d'amore e se ne ritornasse tra gli amori possibili senza seccarlo ulteriormente.L'amore possibile sorrise. S'immaginava quel tipo di reazione, infatti disse: "Sei proprio come ti descrivono. Ti credi chissà chi, tu. Pensi di essere speciale, ma non fai altro che sguazzare nella tua solitudine come un pesce rosso nella sua boccia. Tu non hai scampo, per questo disdegni le occasioni di felicità. Ma sappi che la tua è solo mancanza di coraggio. Perchè niente è davvero impossibile. Tu forse neanche le vedi le possibilità. Tu ti neghi il sentimento. Perciò a ben vedere, la verità è che sei tu il peggiore di tutti noi".L'amore impossibile non rispose neppure, se ne andò verso il suo effimero appuntamento con il suo solito passo strisciato. Tuttavia non riusciva a lasciarsi alle spalle quelle parole, lo inseguivano, lo incalzavano da dietro ad ogni passo. Non l’avrebbe mai ammesso, ma in fondo lo sapeva. Lo sapeva che non c'era nulla di veramente impossibile. Sapeva di essere solo un amore, nient'altro che un semplice amore, senza arte nè parte.

lunedì 8 marzo 2010

una di quelle

Sono una di quelle che dopo aver preso pioggia e neve un giorno intero, mette l'ombrellino in borsetta per l'indomani e poi invece c'è il sole.

Sono una di quelle che quando trova una canzone che le piace alla radio, la canzone sta finendo.

Sono una di quelle che la maionese la vuole fare in casa, ma poi la fa sempre impazzire.

Sono una di quelle che ogni volta che prova ad infilare le mani nelle tasche del cappotto si accorge che ancora non ha scucito le tasche e che quel cappotto ce l'ha da tre anni.

Sono una di quelle che preferisce pensare a matita, perchè non si sa mai.

Sono una di quelle che se per caso dovesse piovere minestra, sarebbe l'unica ad avere la forchetta.

giovedì 4 marzo 2010

il fucile

Odore di corpi. Umore di occhi. Parole che si inciampano. Frasi che si spengono. Labbra che si pizzicano. Mani che aspettano. Calore che sale piano. Guance che si accendono. Respiri corti. Cuori agitati.
E poi un fucile. Nella stanza accanto c'è un fucile.

Tra gli amanti e il fucile, solo un muro.
Un muro spesso di silenzio. A spezzarlo, i crac del fucile.
Il rumore si ripete tre volte.
L’uomo e la donna si guardano.
Non sanno reagire, ma riconoscono l’imminenza del pericolo.
Attendono, mentre la luna piena li colpisce di traverso.
L’uomo cerca la mano della donna, affondando tentativi nel vuoto, come fosse al buio. Poi la trova. Un brivido di paura e insieme di desiderio scorre nelle vene dei due amanti, mentre le loro mani si avvinghiano.
Al di là del muro, quel fucile ora è puntato.
Un passante curioso potrebbe notarlo. Lo si intravede dietro la tenda della camera.
Qualcuno sta per infilare l'occhio nel mirino.
La canna del fucile è appena stata meticolosamente pulita e ora è puntata dritta.
Bella dritta nel vuoto. Sì, nel vuoto. I due sfortunati amanti non lo sanno, ma è solo un cacciatore. Un cacciatore che l'indomani dovrà affrontare l'ultimo turno dei campionati mondiali di caccia, così, prima di coricarsi, si sta sistemando il suo fucile e si esercita un po' con la mira.
E' uno dei due finalisti, il cacciatore.